lunedì 6 dicembre 2010

Louise Bourgeois_arte_trasalimenti


Ero solo una bambina.
E lei era una donna vecchissima, che arrivava nel cuore della notte. Nella penombra, vedevo avvicinarsi il guizzo dei suoi occhi sottili, al ritmo lento di un corpo ormai curvo. Non parlava, ma si capiva che le sue intenzioni non erano buone. Eccola, silenziosa, mi chiudeva in un grande sacco di juta e mi portava via. Non sapevo dove si stesse dirigendo e avevo paura. Ciò che il mio corpo percepiva era soltanto un ondeggiare intermittente e sospeso. Finché finalmente mi svegliavo, gridando a squarciagola da sotto le coperte: “Mammaaa, mammaa! C’è la vecchia!“.
“La vecchia”, già. Ripensandoci, rido. Ma era lei la protagonista dei miei incubi peggiori e di questo, col senno di poi, avevo sempre incolpato le fiabe: la strega di Biancaneve, quella di Hansel e Gretel, Crudelia De Mon della Carica dei 101 e via dicendo. Poi sono cresciuta e le paure, come per tutti, sono svanite o, meglio, cambiate. Forse.



Un giorno, qualche anno fa, stavo ammirando delle sculture in acciaio di ragni giganti, “Giant spiders”. Erano inquietanti, ma al tempo stesso mi attraevano. Avevano in sè una forza inspiegabile, un’anima, un significato che avrei voluto decifrare e fare mio prima di smettere di guardarli. “Io li associo a mia madre, perché il ragno è un animale che va a intrappolarsi negli angoli, gli angoli gli danno sicurezza. Ma lei non è intrappolata, anzi, cerca di intrappolare gli altri”. Leggevo con avidità le parole dell’autrice, Louise Bourgeois, chiedendomi che volto avesse.


Ed eccone una foto: viso quasi centenario, solcato dalle rughe, incorniciato da una lunga, contrastante chioma ed interrotto da due spicchi d’occhi luminosi e bambini, curiosi, furbi. “Oh, mamma!”. Eccomi, molti anni dopo, di nuovo preda di quell’indescrivibile sensazione di “rapimento” , che credevo soltanto un’onirica paura di bambina. Eccomi nel suo sacco di juta, colmo di buio e di domande inquiete, trascinato da mani screpolate dai loro quasi 100 anni, fluiti e trascorsi nelle grosse vene in rilievo.


Louise Bourgeois, classe 1911, parigina residente a New York, nonché una delle più importanti artiste del nostro tempo: perché tanta tensione? Forse, perché il suo viso non è quello della nonna di Cappuccetto Rosso né quello della fatina di Cenerentola. Dai suoi occhi non traspaiono favole, quanto la forza vorticosa del passato e del dolore, dei segreti che accompagnano la vita di ogni donna: l’abbandono, la morbosità del rapporto con la madre, i conflitti con il padre, il maschilismo sociale. Il suo percorso riflette l’arte femminile di saper elaborare il passato senza tuttavia poterlo rimuovere. Lo vediamo dalle sue sculture di archetipi e traumi dell’infanzia, della solitudine, della sessualità, nate dalla sua mente prolifica e forgiate dalle sue mani abili su marmo, bronzo, gesso, legno, ferro e lattice. L’artista scrive infatti nei suoi diari: “Tutto quello che produco è ispirato ai primi anni di vita. Ogni giorno devi disfarti del tuo passato, oppure accettarlo e, se non riesci, diventi scultrice”.


Ecco, allora, le sue opere autobiografiche: i suoi ragni di decine di metri, monumentali, ormai installati in diverse città a celebrazione della figura materna, e le sue trasfigurazioni dell’organo maschile, nell’opera Destruction of the Father del 1974, per superare i sensi di inferiorità inflitti dal padre.
 


Un’altra dote tipicamente femminile di Louise Bourgeois è la forza interiore e la costanza nel sacrificio. Prima di diventare famosa, l’artista ha passato la maggior parte della sua vita creando opere per se stessa, nel silenzio e nella solitudine, totalmente indifferente al successo mediatico. Solo nel 1982 è stata inaugurata una serie di sue retrospettive in tutto il mondo, come al MoMa, al Guggenheim, alla Tate Gallery, al Centre Pompidou e, nel 1993, l’artista ha rappresentato gli Usa alla Biennale di Venezia.


Forse è anche per la sua attività artistica lontana dai riflettori, che Louise Bourgeois non si è mai fatta nemmeno sfiorare dalle mode e dalle tendenze artistiche. E, a modo suo, è diventata scrigno e cella di quasi un secolo di esperienze autentiche, umane ed artistiche. Inoltre, la sua attività prosegue anche oggi, all’età di 98 anni: la domenica, accoglie nella sua abitazione di New York i giovani artisti di ogni nazionalità che vogliono incontrarla e mostrarle le loro opere. Ecco un altro pregio femminile: l’istinto materno verso i propri successori.




un sentito ringraziamento a G.Malago’
 

Lucio Fontana_arte_trasalimenti


In 500 Anni, la gente non parla ORA SI di Arte, parleranno dei Loro Problemi SARÀ Arte e venire Andare UNO VEDERE UNA curiosità - venire messo i scogli UNO Causa Insieme da l'uomo delle caverne.


Cosa stavano Facendo? Perche Annone il rivestimento di Pareti con le foto? Oggi l'Uomo e Terra Silla e queste SONO Tutte Cose Che l'uomo ha Fatto MENTRE terra era Silla, ma Pensi Che l'uomo avra il tempo di PRODURRE Arte in attraverso l'universo? Viaggio Egli Viaggiare attraverso lo spazio e Scoprire Cose meravigliose, Cose Così il Che belle Le cose qui - Arte venire -. Inutile sembrerà di Oggi SONO Ancora Troppo legati Alla terra. Giovani Io L'uomo DEVE liberarsi del Tutto Volo Dalla terra, da solista Allora Che la Direzione prenderà in Futuro posta Chiaro.
Credo nell'intelligenza dell'Uomo - E L'Unica Cosa, credo in CUI, IL Che Più in Dio, per me e Dio l'Intelligenza dell'Uomo - SONO convinto Che l'Uomo del Futuro avra completamente Un Mondo Nuovo.
- Lucio Fontana


''IO SONO UNA carogna''

A Secret Voyage Egypt

Hidetoshi Nagasawa_arte_trasalimenti Castelbasso

Hidetoshi Nagasawa a trasalimenti 1998,antichi fondaci di Castelbasso.

Hidetoshi Nagasawa nasce in Manciuria (da genitori giapponesi, ivi trasferitisi per il lavoro del padre, medico militare) il 30 ottobre del 1940.



arte trasalimenti ideato e curato da gabriele di pietro.

Gino Marotta_arte_trasalimenti

E’ uno dei più noti artisti italiani in campo internazionale.
A lui, come a pochissimi grandi artisti del XX secolo, è toccato l’onore di esporre al Louvre, nel 1969, un ciclo rappresentativo di sue opere.
Ha partecipato a grandi esposizioni internazionali di interesse storico, portando il suo lavoro, il suo nome e quello dell’Italia nei più grandi Musei del mondo, da Copenaghen a Tokio, Atene, Il Cairo, Dusseldorf, Berlino, Dortmund, Amburgo, Bruxelles, Anversa, Madrid, Siviglia, Londra, Ginevra, Zagabria, Belgrado, al Museum of Modern Art di New York, alla IX Biennale Internazionale di San Paolo del Brasile, alle Esposizioni Universali di Montreal, Siviglia e Hannover.
Nel 1984 è stato invitato a partecipare con una Sala personale alla XLI Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, dove ha esposto “Le Rovine dell’Isola di Altilia”, un’opera-ambiente di grandi dimensioni.


 



A Milano è presente con numerose mostre di rilievo come la grande Antologica alla Rotonda della Besana nel 1973 e l’ormai mitica esposizione “Contatto-Arte-Città”, il primo e più significativo esempio di proposte per l’arredo urbano, alla quale su invito della Triennale di Milano parteciparono, con Gino Marotta, De Chirico, Burri, Arman, Matta, nel Parco del Palazzo dell’Arte.
A Roma non è mai mancato alle grandi mostre organizzate dopo gli anni Cinquanta sia al Palazzo delle Esposizioni che alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
Da ricordare le varie Quadriennali d’Arte, la “Vitalità del Negativo”, “L’Arte Italiana degli anni ‘60” e, più recentemente, la grande mostra personale “Metacrilati” al Complesso del Vittoriano a Roma.



E’ rappresentato nella Collezione “Artisti Italiani del XX secolo alla Farnesina” del Ministero degli Affari Esteri.
Le sue opere di pittura e scultura sono conservate nei più prestigiosi Musei, Istituti Bancari, Collezioni private in Italia e all’Estero.
Del suo lavoro e del suo pensiero artistico si sono occupati i più importanti critici d’Arte italiani e stranieri.
Fa parte della Commissione Artistica Permanente presso il Ministero del Tesoro, in seno alla quale ha partecipato alla scelta delle immagini che figurano sull’Euro.




Gli sono stati conferiti importanti premi per la scultura, la pittura, il design e il teatro.
Titolare della cattedra di Decorazione pittorica presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, ha diretto l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. E’ accademico dell’Accademia Medicea delle Arti del Disegno di Firenze e della prestigiosa Accademia Nazionale di San Luca di Roma.
Ha pubblicato, di recente, un libro di saggi brevi dal titolo “Rosso di Cinabro”.